User:Lord Gøn/Gaetano Longo
Gaetano Longo | |
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Born | Gaetano Longo |
Died | September 14, 1900 |
Cause of death | Suicide |
Details | |
Date | September 14, 1900 |
Location(s) | Pastena, Italy |
Killed | 8 |
Injured | 2 |
Weapons | Rifle Two Revolvers |
Gaetano Longo was an Italian mass murderer who killed his wife and nine other people in Pastena, Italy on September 14, 1900. He was later found shot dead at a cemetary.
Victims
- Annunziata Lucente, Gaetano Longo's wife
- Angela Longo, 61, sister of Gaspare Mattarocci
- Giovanni Mattarocci
- Luigi Mattarocci, cousin of Giovanni Mattarocci
- Gaspare Mattarocci, father of Luigi Mattarocci
- wife of Gaspare Mattarocci
- Orbida
- Gennaro Perricone
Links
- Italian runs amuck, The New York Times (September 15, 1900)
- Crime of a Jealous Italian, The Hartford Courant (September 15, 1900)
- Un vero eccidio a Pastena
- Flashes from the wire, The Quebec Daily Telegraph (September 17, 1900)
- I particolari sull'eccidio di Pastena, La Stampa (September 18, 1900)
- Ancora l'eccidio di Pastena, La Stampa (September 19, 1900)
- Altenberg, Peter: Was der Tag zu mir trägt: Fünfundsechzig neue Studien; S. Fischer, 1924.
References
Vanguardia
La degeneración moral de que nuestra sociedad padece, no es tan completa, que de cuando en cuando no se dé el caso de algún drama conyugal en que el cuchillo ó el revólver representen un papel preponderante. Y no pasa día sin que la prensa registre algún nuevo episodio, desagradable, si se quiere, pero que demuestra patentemente la vitalidad del sentimiento del honor. A veces no obstante, llevan los maridos ultrajados ese sentimiento hasta un punto vituperable por lo excesivo. Por ejemplo, ese Gaetano Longo, autor de la hecatombe de Pastena, en Italia. Gaetano Longo se encontraba en América cuando una carta anónima le participó que su esposa Annunziata, á quien dejara en Italia, se la estaba pegando.
En ves de poner la noticia en cuarentena ó de tomarla con resignación, ó de hacerse filosóficamente la cuenta de que el ultraje inferido á su honra perdía casi toda su eficacia, dada la gran distancia que separaba á marido y mujer, Longo se puso hecho una fiera y tomó pasaje á bordo de un buque que salió con rumbo á Europa.
Llegó á Pastena, se avistó con su consorte, quien le aseguró—y eso indudablemente nadie mejor que elía podía afirmarlo— que no había tales ...carneros, y ahí tienen ustedes al repatriado sin saber qué hacer, pues sí por una parte debía dolerle el haber emprendido inútilmente un tan largo viaje, por otra no podia razonablemente entregarse á un rapto homicida sin estar convencido de sus conyugales infortunios.
Esa situación comprometida se prolongó por mucho tiempo.
Durante tres meses estuvo Longo en la más cruel indecisión.
- —Tu mujer te engaña, créelo...»—decíanle sus buenos amigos.
«—-Créeme, alma mía, yo soy incapaz de faltar á mio juramentos» - exclamaba Annunziata, siempre que su esposo ponia la enojosa cuestion sobre el tapeta.
-Y el mísero Gaetano, fluctuante, Indeciso, se pasaba largas horas murmurando: "Es o no es? La mato ó no la mato?»
Decidióse una mañana por la afirmativa, y cogiendo un fusil y poniendo en el cinto un par de revólveres, se fue en busca de Annunziata y de dos sugetos á quienes el rumor público atribuía las cualidades de amantes.
A esos no los encontró el vengativo Longo, pero sí á la infeliz mujer, que cayó muerta de un balazo.
Y como la gente se agolpara delante de la casa en donde acababa de acontecer el drama, se puso á disparar Gaetano sobre los curiosos: de éstos cayeron ocho, dos heridos y seis muertos. Luego se encaminó la fiera al cementerio, y allí, con el último cartucho que le quedaba, se levantó la tapa de los sesos. Busca, Buscando, La Vanguardia (September 20, 1900)Stampa
I particolari sull'eccidio di Pastena
Lo sterminio di un'intera famiglia.
Interno a questa terribile tragedia, della qualo el informava gia ieri l'altro un nostro telegramma da Napoli, si hanno era questi altri particolari:
Le nozze di Longo
Gaetano Longo, l'eroe della tragedia, aveva 28 anni quando, nel 1895, sposo Annunziata Lucente, bellissima bionda, figlia di agiati contadini, ventiquattrenne.
Il legame non si era stretto per amore. Il Longo avevo sposata la Lucente per far dispetto ad un'altra bella fanciulla, a nome Maria Maddalena, che, dopo aver amoreggiato per qualche anno con lui, non aveva voluto piu saperne di nozze, credendolo uno raspato.
Dopo undici mesi di matrimonio, il Longo, polcho la crisi agricola gli aveva fatto andaro a male il raccolto del suoi campicelli, decise di emigrare, ad onta che da due mesi gli fosse nato un figliuoletto, al quale aveva imposto il nome di Antonio. Lascio moglie e figlio a Pastena, nella casa ocaingale.
Si reco con alcuni compaesani a Nuova York, quindi a Chicago, ed in ultimo a Boston. In un borgo presso quest'ultima citta trovo ad occuparsi piu lungamento che altrove, cambiando diversi mestieri.
Il soggiorno in America - La gelosia
Qualcuno del compaesani col quali conviveva agli Stati Uniti mostro un giorno a Gaetano Longo lettere di parenti o di malevoli, provenienti di Pastena, che criticavano acerbamente la condotta di Annunziata Lucente. Il Longo stesso, piu tanti, ricevette lettere anonime da Pastena e dal vicino paese Pico, che gli annunziavano che la moglie gli ornava, durante l'azecosa di lui, in male modo la casa con tutti i giovanotti piu intraprendenti di quella terre. Pare che nomi determinatamente con ne venissero fatti, ma le accuso crano circostanziate, gravissime.
El acceso nel Longo un impeto selvaggio di gelosia. Egli non ebbe piu pace. Scrisse al sindaco del pause, il cav. Mattia Bartolomucci, pregandolo che gli dicesse tutta la verita, o, se lo voci fossero calunniose, lo tranquillasse, poiche egli non poteva piu vivere la quell'inferno. Pare che i delatori anonimi avessero fatto cadere il sospetto che l'Annunziata, fra gli altri giovanotti, non vedesse male il signor Oreste Nicoletti, segretario comunale di Pastena, un distinto e leale giovane superiore ad ogni sospetto. Il sindaco rispose consigliando pace, dicendo che la giovane donna era di temperamento facile al sorrial ed alle conversazioni, ma non aveva nessuna cettiva intenzione.
Il Longo si accheto alquanto; ma l'anno scorso gli pervennero in America altre lettere che gli davano l'assicurazione essere la moglie incinta, precisando anche che si sarebbe sgravata entro il maggio.
Allora Gaetano Longo vide rosso. Stette alquanto ancora in America per mettere insieme di che pagare il viaggio di rimpatrio, e nel maggio - la terribile opera designata - sbarco a Genova e al diresse al passo salivo senza aspettare nessuno.
Pastena
Pastena e un romito paesello alpestre disseminato su due cucuzzoli brulli, fra i monti di Pontecorvo. Vi si accede per la strada Pico, che o una obliqua tra Cassino e Fendi, da sud-est a nord-ovest. Il paesaggio e pittoresce, silenzioso, malinconico. Vi sono, interno al paesello, varii villaggetti, distanti da quattro a cinque miglia dall'abitato, a cui sono congiunti da sentieri mulattieri, gli antichi sentieri che videro discendere gli armigeri del feudatari dalla rocca di Pontecorvo per signoreggiare, nel secoli scorsi, la gente degli ubertosi altipiani irrigati dal Liri, e, piu giu, dal Sacco. Uno del casali piu importanti ha nome Pontenuovo; un altro Casanova.
Il Longo, reduce dall'America, non entro la parte, non comunico con nessuno. Fu visto aggirarsi, concitato, fra le casette di Pontenuovo, dove in mezzo ad un olivete sorge la sua casa, bassa, rossa, composta di quattro ambienti, con nuta di agiati contadini, a nome Mattarocci. Piu in la e la casa materna di Annunziata Lucente. A Casanova abita un gruppo di famiglie che hanno cognome Persecone.
I Mattaracci ed i Persecone erano i designati all'odio di Gaetano Longo, poiche tra casi vi erano del simpatici e ferti giovanotti, che avevano gia, da ragazzi, fatto l'occhiolino alla loro bella vicina.
Costei, Annunziata Lucente, al tempo in cui il marito rimpatrio, non si trovava a Pastena.
Gaetano Longo mise alle stretto la madre di lei, e fingendosi consapevole di tutto, le fero confessare dove ella si trovaste. Gli fu infatti indicato l'Ospendale di Santo Spirito, a Roma, dove trovasi una Casa di maternita.
La preparazione del delitto
...
Lo sterminio della famiglia Mattarocci
Il Longo ricarico il fucile e la rivoltella, e continuo ad aggirarsi per la contrada Pontenuovo. Ando in un campo dove sapeva che lavorava Luigi Mattarocci, cugino dell'ucciso Giovanni, giovane contadino sulla trentina, trovo la designata vittima, e lo assassino con due fucilate alla tempia ed alla gola. Il sangue lo inebriava; alla detonazione era uscita da un vicino casolare la madre dello sventurato giovane, la quale si diede a gridare al soccorso; ma il Longo la fece tacere spaccandolo il cuore con una fucilata. Quella terribile arma, in mani cosi orrendamente sapienti, non errava mai! Pochi minuti dopo, infatti, accorso da un campo vicino, dove era a seminare, il marito della vecchia uccisa, a nome Gaspare; ma fu atterrate anch'egli dagli implacabili colpi di fucile. Ormai il terrore si propagava per tutta la contrada. Un'altra povera vecchia, a nome Angela Longo, sessantuno, cognata di Gaspare Mattarocci, spaventata, corse alla sua casetta e vi si barrico; indi, quando si credette al sicuro, si accosto al focolaio per cuocere la minestra; ma il Longo l'aveva seguita nella sua fuga, e dal buco della serratura la spiava quando la vecchia gli volgeva lo spalle. Allora egli preso la mira, fece fuoco, e la disgraziata, con la schiena perforata, cadde cadavere sul fornello acceso. Piu tardi lo si trovarono la faccia e il petto bruciacchiati.
Ma l'eccidio non doveva terminare li. La belva, indisturbate, vedendosi volgere da tutti lo tergo in disperata fuga, si aggirava per le campagne odorando il sangue, meditando di satellarsone ancora, ricaricando l'armo come un cacciatore operoso, infaticabile. Si diresse dunque verso il casale detto di Casanova, dove non era giunta notizia della carneficina.
A mezza costa del colle si imbatte in una bellissima giovanetta, diciassettenne appena una delle piu belle creature che abbiano mal abitato i monte dell'Alta Terra di Lavoro, dove fiorisce una beltá femminea dalle linea stupendo e fini insieme col rigoglio piu sano della salute.
La ragazza portava da un vicino forno un cestello di vimini con entro delle focacce odorose; il Longo la fermo, lo ingiunse di marmoraro una preghiera, o, duro allo supplichevoli parole della povera creatura, atterrita, trascinandosi al ginocchi, lo spianò contro il fucile e con un solo colpo le fracassò il cranio.
Pure nella morte quella creatura, che non aveva altra colpa agli occhi del forsennato si non di essere sorella di Giovanni Mattarocchi, di portare quel nome odiato, e forse di essere troppo bella, conservava una serenità, una dolcezza incantatrice.
Uno dei tre medici che hanno operato le autopsia delle vittime diceva commosso: "Noi abbiamo esitato a squarciare e ad ospletar que corpo, dove si annidavano tutto lo grazie piu inganno: el sembrava una profanazione ..."
Il suicidio del Longo
Intento, il paese era in grande, indescrivibile fermento: contadini, amici, giovani operai coraggiosi, armatisi, si dettero alla ricerca del furibondo assassino, seguendo le tracce sciagurate che loro fornivano lo vittime di lui o lo paurose indicazioni del terrazzani. Ma la ricerca fu vana. Gaetano Longo, consumata la strage inumano, si era rifugiato in una paesello presso Caserta, da un suo compare. Al compare aveva confessato i delitti commossi ed aveva consegnato il fucile ed una delle duo rivoltelle.
Poi era tornato indietro, e, fermo sulla porta del Cimitero di Pastena, si era esploro tre colpi di rivoltella nel cranio. Un maresciallo del carabinieri inviato da Pontecorvo lo trovo, a mezzanotte, esanime, cui gradini del piccolo Camposanto, in un lago di sangue.
Accanto a lui non fu trovata nessun'arma. Come spiegare questo fatto?
Le ipotesi che si son formulate sono molte; ma la piu semplice e la piu probabile e quella che qualche ladro infame abbia avuto, nell'oscurita della sera, l'audacia di depredare quel cadavere raccapricciante.
Il compare ha consegnato al carabinieri le armi ricevute dal Longo.
Indosso al Longo non fu trovato altro che un libretto, nel quale egli aveva abbozzata una strana lettera el pretore locale. In casa deplora che la legge italiana non ammetta il divorzio. Esse gli avrebbe impedito di diventare un assassino. Concludo con la frasi: "Viva il Re, viva l'Italia", e raccomanda il figlio suo al Sovrani.Stampa 2
Ancora l'eccidio di Pastena
L'istruttoria. I punti oscuri sulla morte del Longo
Scrivono da Cassino, 17: L'inchiesta su questo truce fatto si e chiusa con un mistero, su cui la giustizia sapra far luce completa.
Dicono che Gaetano Longo, tornato dalle Americhe, con quelle prove schiaccianti contro la moglie infidele, che poi ha rivelate attraverso il suo stesso delitto, non tenne un contegno del tutto indifferente o se finse al pubblico, fu una vera ostentazione.
Come bene fu riferito, quel forsennato fu piu volte visto con la moglie in colloquio; il pubblico stesso, che conosceva la condotta della donna e che sapeva perfino come Gaetano Longo si recesso a Roma a rilevarla della casa di maternita, dimentico le leggerezze e i facili costumi di Nunziatina Lucent, perche credette che il marito avesse suggellato il passato losco a le colpo di lei nella sconfinata passione che la dimostrava.
Perche mai tanto tempo era passato prima della tragedia? Un complesso di circostanze fanno credero il Longo un uomo accasciato sotto il peso del dolore, ma che pure e pronto a perdonare, a dimenticare, purche la moglie si ravveda.
Lui e contadino che facilmente piega la testa al durissimo destino, cui la rude educazione non ha saputo ancora innestare gli la potente gelosia.
Il figlio Antonio, frutto del suo amore vero, tenerissimo era a casa sua lasciato abbandonato dalle madre sciagurata in balla della vecchia nonna genitrice del Longo. Quivi il sapeva fin dalle lontane Americhe, quivi li aveva trovati tornando ne, e norzun odio, nessun rancore aveva nudrito per parecchi mesi contro la snaturata donna, che ando anti a trovare a Roma.
Comunque, la tragedia s'e svolta si da non lasciare dubbio alcuno sulla tua premeditazione, terribilmente istigata, siccomo vigliaccamente fu compiuta la strage. La famiglia Mattarocci, distrutta come l'altra Persecone potava avere degli spietati nemici avidi di vendetta, avidi di quel sangue, che fu del resto versato, e il giudice cav. Basso e ormai sullo tracce d'appurare meglio i fatti che diedero occasione a al tremendo e crudele eccidio.
Ma l'ipotesi cade per dar luogo alla realta, se si pensi che Gaetano Longo si trovo la mattina seguendo al delitto in una pozza die sangue, col espo sfracellato da tre lunghe e profondo ferite, nel pressi del Comporanto di Pastena.
Non ha la bandoliera, da cui non s'e saputo mal staccare il giorno, non ha la giacca, non ha perfino un'arma: nemmeno quella con la quale egli stesso si sarebbe ucciso.
Accanto ha solo il famoso testamento, vergato a bella posta per deviare l'occhio vigile della giustizia. Egli non si e potuto tirare quei tre colpi di rivoltella.
Dopo il primo, gli sarebbe rimasta appena un poi di forza per armare di muori il grilletto e tendere il braccio piu su, dalla gola forata a parte a parte alla tempia indi fracassata; ma il terzo colpo non deve essere partito dalla sua mano troppo debole, troppo affaticata in quell'ora: la canna micidiale non poteva essere portata una terza volta alla bocca, ne quello dita, ormai senza forza, potevano far scattare l'arma si che la pallottola perforasse il dietro bocca uscendo per la nuca.
Le primi indagini assodato che la doppietta del suicida fu ritrovata ieri a Elena, lontana parecchio da Pastena, presso Pietrantionio Longo, cugino dello scellerato Gaetano.
E la rivoltella del suicida?
Si trovera anch'essa e la luce sara fatta su tutti i possibili istigatori.