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L’Abbazia di San Giusto a Tuscania è un’abbazia cistercense posta nella valle del fiume Marta a circa 4 km a Sud di Tuscania, Provincia di Viterbo, Italia[1]

Storia

In tempi più antichi la Valle del fiume Marta venne abitata da Etruschi e Romani mentre, il primo monastero attestato nel luogo fu una pieve benedettina (menzionata in alcuni documenti del secolo X), che venne abbandonata alla metà del secolo XII.[1][2] . L’Abbazia cistercense di Fontevivo (vicino Parma), figlia della abbazia madre di Clairvaux (Francia), inviò il 26 luglio 1146 un gruppo di monaci per insediarsi, data confermata dalle Decretali di Papa Onorio III (1216-1227)[1]. Il 2 aprile 1178 durante l’abbaziato dell’abate Donato, Papa Alessandro III (1159-1181) accordo’ considerevoli privilegi e protezione apostolica all’abbati monasterii Sancti Iusti prope Tuscanellam ordinis Cistercensis (“all’abate del abbazia cistercense di San Giusto vicino a Tuscania”,).[1] Successivamente, le relazioni tra San Giusto e Fontevivo si inasprirono, e il Capitolo (http://it.wikipedia.org/wiki/Capitolo_(cristianesimo) Generale dell’Ordine Cistercense condannò l’abate di San Giusto per irregolarità.[1] La condanna venne ripetuta nel Capitolo Generale del 1202, quando l’abate di San Giusto venne deposto per presunti nella disciplina monastica.[1][3] In seguito, San Giusto venne posto prima sotto il controllo prima dell’Abbazia cistercense di Casamari e poi, di S. Anastasio abate di Aquas Salvias, meglio noto come l’Abbazia delle Tre Fontane Abbey, da una Bolla Papale (1255) di Papa Alessandro IV (1254-1261).[1] In quest’epoca, e fino al XIV secolo, San Giusto sembra avere ancora abati, fino a quando l’abbazia venne definitivamente soppressa nel 1460, e successivamente I suoi edifici caddero in rovina.[2]


Architettura

Dal punto di vista architettonico, San Giusto è un tipico monastero cistercense della metà del XII secolo, con chiesa, torre, chiostro, sala capitolare, parlatorio, scriptorium, refettorio, cellarium, e due dormitori per i monaci e i conversi[2] , per circa 20-24 monaci e 20-24 conversi.[2] La chiesa è oggi divisa in tre sezioni: un presbiterio per I monaci vicino all’altare, una sezione intermedia per i conversi, e una terza sezione, vicina al portale, per gli ospiti, pellegrini e per I malati.[2] Sono stati rinvenuti nella chiesa le tracce di una chiesa più antica, probabilmente la pieve benedettina prima citata, su cui è stata costruita la chiesa Cistercense; gli scavi archeologici hanno evidenziato anche due grandi fornaci per la fusione delle campane della torre, oggi coperte da cristalli, nel pavimento.[2] Il portale della chiesa porta l’oscrizione in marmo: Rainerius levita et monach(us) hoc opus fieri iussit temporibus dominus Alberici humilis abbatis("Il diacono e monaco Rainerio ha ordinato che si costruisse quest’opera al tempo del signore Alberico, umile abate.[1][4]

Restauro

L’abbazia cadde in rovina dopo la sua soppressione nel 1460[2]

Alla metà degli anni ‘90, Mauro Checcoli, ingengere Bolognese e campione olimpico, comprò l’abbazia da unpastore.[5] dopo un lungo lavoro di ricostruzione archeologica e filologica, Mauro Checcoli ha restaurato il monastero riportandolo all’antico splendore.[6]

Uso corrente

Presso l’abbazia si trova un bed & Breakfast, e presso i locali dell’antico monastero vengono realizzati eventi, seminari e matrimoni.[5]. La famiglia Checcoli gestisce un’azienda agricola biologica che produce oli essenziali di lavanda e di elicriso, raccolti dai campi situati lungo la valle del Marta.[7]

References

  1. ^ a b c d e f g h E. Battisti (1951). "L'abbazia di S. Giusto presso Tuscania" (in Italian). Studi Medievali 17: 337–347. {{cite book}}: Missing or empty |title= (help)CS1 maint: numeric names: authors list (link)
  2. ^ a b c d e f g G. Viti (1995). Architettura cistercense: Fontenay e le abbazie in Italia dal 1120 al 1160 (in Italian). Florence: Casamari. pp. 279–283. ISBN 978-8886445009.
  3. ^ G. Mariotti (1927). "L'abbazia di Fontevivo nel Parmigiano e l'unica sua figlia: l'abbazia di S. Giusto presso Tuscania". Archivio Storico della Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi 27: 75–188.
  4. ^ B. G. Bedini (1987). "S. Giusto di Tuscania" (in Italian). Viterbium 1 (4): 15–18.
  5. ^ a b . Floez Akademie. Retrieved December 5, 2012.
  6. ^ Mario Moretti (2006). Archeologia in Etruria Meridionale: Atti Delle Giornate Di Studio in Ricordo Di Mario Moretti, Civita Castellana 14-15 Novembre 2003. L'Erma di Bretschneider. p. 149. ISBN 978-8882653651. Retrieved 4 December 2012.
  7. ^ https://www.facebook.com/pages/Abbazia-di-San-Giusto/284798158212207

Link esterni